DA COSA NASCE COSA

“DA COSA NASCE COSA”

Storia della mafia dal 1943 a oggi

di Alfio Caruso

 

( … ) La mafia è una società, più o meno segreta, in continua evoluzione, capace di guardare sempre avanti, d’impossessarsi degli ultimi ritrovati della tecnica e della scienza, senza tuttavia dimenticare il passato e le origini. I quali, tragicamente, sono spesso il passato e le origini della stessa società siciliana. Tragicamente perché tale passato e tali origini costituiscono una forma di cultura che dà un’impronta particolare alla mafia, la rende un sistema malavitoso unico al mondo. Più di cento anni fa un commissario di pubblica sicurezza, Giuseppe Alongi, che poi sarebbe diventato un esperto di cose siciliana, sintetizzò in dodici regole il modo di essere dei mafiosi. Sono regole vecchie di secoli, ma ancor oggi rappresentano un modello comportamentale. Eccole:

  1. A cu ti leva lu pani, levaci la vita (A chi ti toglie la possibilità di vivere, togli la vita)
  2. Scupetta e mugghieri nun s’imprestano (Il fucile e la moglie non si prestano)
  3. Vali cchiu n’amico ‘nchiazza, ca cent’unzi ‘nsacca (Vale più un amico potente che tanti soldi nel portafoglio)
  4. Cu avi dinari e amicizia teninculu a giustizia (Chi ha quattrini e amicizie, si mette la giustizia in tasca)
  5. Quannu c’è lu mortu, bisogna pensari ad aiutari lu vivu (Dopo che uno è morto, è meglio preoccuparsi di aiutare chi è vivo)
  6. Cu mori si vortica, cu campa si marita (Chi muore va sepolto, chi rimane in vita si rifà un’esistenza)
  7. Carciri, malatie e nicissità, provunu lu cori di l’amici (Carcere, malattie e bisogni mettono alla prova il cuore degli amici)
  8. Cappeddu e malu passu, dinni beni e stanni arrasu (Degli uomini di legge – cappeddu e malu passu – parla bene e tienitene lontano)
  9. Si moru mi vorricunu, si campu t’allampu (Se muoio sarò sepolto, se sopravvivo ti ammazzo)
  10. La furca è pi lu poviru, la giustizia pi li fissi (La forca è per i poveri, la giustizia per i fessi)
  11. Nzoccu nun t’apparteni, nun diri né mali né beni (Di ciò che non t’appartiene non dire né male né bene)
  12. A tistimunianza è bona sinu a quannu nun fa mali a lu prossimu (La testimonianza è buona finchè non fa male al prossimo)